Can Master Yoda teach English?
Da piccolo desideravo diventare come Luke Skywalker addestrato dal suo maestro e Daniel San che passava i pomeriggi interi da Miyagi, da grande ho finito per ammirare Gandalf. La mia metamorfosi si è completata. Cosa mi piace dell’essere un insegnante? Scoprilo qui.
Se ti stai domandando se è meglio imparare da soli o avere una guida, ora ti spiego perché non c’è paragone nella scelta e per farlo, mio padawan, ci faremo guidare dal maestro dei maestri: Yoda.
“Sempre due ci sono, né più né meno, un apprendista ed un maestro”.
Cominciamo dai concetti facili, questa è la frase più immediata del come sia molto difficile riuscire da soli senza l’aiuto di nessuno. Il coach fa molto di più che insegnare, ci guida e soprattutto pone in essere i comportamenti da imitare. Da lui si impara anche per emulazione, per il desiderio di diventare come lui ed in alcuni casi di superarlo. Il mio obiettivo più gratificante è quello di aiutare un allievo a superarmi.
“Non questa rude pelle, creature luminose noi siamo”.
Abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia accesso alle nostre potenzialità inespresse e che ci aiuti ad aprire gli occhi su tutto quanto non riusciamo a vedere, toccare, percepire di noi stessi. Senza un osservatore esterno, un punto di vista diverso dal nostro, c’è tutta una parte della realtà che rimarrebbe sconosciuta. Mi piace l’idea che da una guida possiamo ricevere domande anche se scomode, oltre alle risposte che cerchiamo. Ricordi la domanda che ti ha più illuminato?
“Fare o non fare, non c’è provare”.
Da soli è molto difficile riuscire ad agire costantemente lungo il nostro percorso di crescita. Magari di fronte alle prime difficoltà, ci accomodiamo in mezzo agli alibi che il nostro cervello ricerca per metterci a proprio agio con i primi inevitabili fallimenti. “Vabbè ci ho provato” ci viene da dire. Il nostro coach ci aiuterà a vedere cosa fare per rimediare, ci dirà cosa cambiare per ricominciare a fare.
“Devi disimparare ciò che hai imparato”.
Quante volte abbiamo detto, io non ce la faccio, non è per me, non mi piace, non sono bravo, non so farlo. Non, non, non! Quante negazioni ci siamo costruiti sulla base di frasi che abbiamo ascoltato da altri, magari senza passarci davvero in mezzo? Quante idee ci siamo formate sulla base di esperienze vissute tanti anni fa, quando non avevamo tutte le potenzialità che abbiamo invece oggi? Ci serve un coach per farci ripartire da zero e ricominciare senza alibi, seguendo un programma al cui primo punto, prima di cominciare ad imparare ci faccia lasciare tutto alle spalle. Quì spiego le cinque regole d’oro per imparare.
“Meravigliosa la mente del bambino è”.
Questo ultimo punto lo lascio per me, per spiegarti perché amo guidare i miei allievi nella crescita sportiva, emotiva e linguistica. Questo lavoro è una scoperta continua, un apprendimento incessante, che mi sorprende ogni volta nello scoprire i diversi aspetti di ogni giovane apprendista. Il funzionamento di ognuno è diverso e prezioso, solo ricercandone la sua unicità puoi farlo sviluppare al massimo. E’ bello conoscerli, meravigliarmi ancora, stimolarmi ancora, insegnare ancora. La mente dei bambini ti sorprende ogni volta.